Coldiretti Puglia denuncia il grave ritardo nell’accordo sul prezzo del pomodoro nel Centro-Sud, causando problemi nella pianificazione delle scelte colturali. Le imprese agricole devono affrontare rincari significativi per tutte le operazioni colturali e si preoccupano della gestione delle risorse idriche, complice la siccità e le alluvioni. I ritardi nella semina delle piantine di pomodoro, causati da un clima imprevedibile, si sommano all’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e delle materie prime, che hanno portato a un aumento del 30% dei costi di produzione rispetto alle medie storiche.
L’effetto si riflette sui consumatori, poiché spesso si paga di più per la bottiglia che per il pomodoro stesso. Secondo Coldiretti, oltre il 50% del prezzo di una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml è attribuito al margine della distribuzione commerciale, mentre solo l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro. L’organizzazione sottolinea l’importanza dei contratti di filiera per garantire prezzi equi e stabilità sul mercato, prevenendo speculazioni in momenti di confusione.
La Puglia rappresenta la quasi totalità della produzione di pomodoro nel Sud Italia, con la provincia di Foggia come leader indiscusso del mercato. Si sta lavorando per ottenere il riconoscimento della DOP (Denominazione di Origine Protetta) Pomodoro di Puglia per valorizzare il pomodoro e promuovere l’economia locale. Coldiretti sostiene l’importanza dell’origine dei prodotti agricoli e ha combattuto per l’etichettatura certa dell’origine degli alimenti.
I marchi DOP e IGP (Indicazione Geografica Protetta) identificano i prodotti con caratteristiche peculiari legate al territorio di produzione. Mentre per i prodotti DOP è necessario che tutto il processo produttivo avvenga nell’area specificata, per le produzioni IGP non esistono gli stessi vincoli. Coldiretti conclude sottolineando l’importanza di proteggere e promuovere le produzioni locali attraverso questi marchi europei.