Il progetto SaVeGraINPuglia recupera e valorizza le varietà di cereali autoctoni in Puglia

Condividi

Il Grano Carlantino, una preziosa varietà di grano duro coltivata nel paese della diga di Occhito, è stato ufficialmente inserito nel Registro Regionale Risorse Genetiche Autoctone della Puglia. La Commissione tecnico-scientifica della Regione Puglia ha espresso un parere favorevole, riconoscendo la qualità superiore del grano di Carlantino rispetto alle varietà commerciali.

Il sindaco di Carlantino, Graziano Coscia, ha espresso grande soddisfazione per la notizia, sottolineando che l’agricoltura è un’importante fonte di reddito e occupazione per il paese, in particolare grazie alla produzione di grano duro. Il Grano Carlantino, infatti, si distingue per la sua composizione proteica e il suo contenuto di sostanze azotate, che lo rendono particolarmente adatto per la produzione di pasta di alta qualità.

Il riconoscimento del Grano Carlantino è stato ottenuto grazie al progetto SaVeGraINPuglia, che ha permesso di monitorare il territorio e di inviare un campione di semi a Bari presso l’IBBR del CNR per ulteriori indagini biochimiche. Il progetto, sviluppato da ventuno partecipanti all’Associazione Temporanea di Scopo, ha inoltre permesso di ricostruire la storia peculiare del Grano Carlantino, restituendo alle comunità locali la conoscenza scientifica associata a questa preziosa risorsa agricola.

Il Registro regionale è stato creato nel 2013 con l’obiettivo di tutelare e conservare le risorse genetiche autoctone a rischio di erosione genetica o di estinzione, di interesse agrario, forestale e zootecnico. L’inserimento del Grano Carlantino nel Registro rappresenta quindi un importante passo avanti nella valorizzazione e nella salvaguardia delle risorse genetiche autoctone della Puglia, nonché un’opportunità per promuovere un modello di sviluppo sostenibile basato sulla valorizzazione delle eccellenze del territorio.


Condividi