Eventi estremi, in Puglia persi 130 milioni di cibo. Indagine di Coldiretti

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Dal 2015 al 2021 a causa degli eventi catastrofali sono andati persi in Puglia 130 milioni quintali di cibo, per cui serve una stretta sugli strumenti innovativi per tutelare prodotti agricoli e agroalimentari e reddito delle aziende agricole.

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E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in occasione dell’incontro organizzato da Asnacodi, l’associazione Nazionale dei Consorzi di Difesa, unitamente ai Condifesa di Puglia, Basilicata, Calabria e Campania, in collaborazione con la Regione Puglia e ISMEA per presentare il nuovo Fondo Agri-Cat.

L’eccezionalità degli eventi atmosferici, con tornado, nubifragi, gelate e siccità estrema, è ormai diventata la norma tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – sottolinea la Coldiretti Puglia – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi, ma solo il 2,6% della superficie agricola risulta assicurata in Puglia. Il sistema Condifesa Puglia ha assicurato – dice Coldiretti Puglia – oltre 120 milioni di quintali di prodotti agricoli, risarcendo più di 45 milioni di euro di indennizzi, mentre nel 2021 il valore assicurato è stato di oltre 500 milioni di euro su oltre 60mila ettari di superficie agricola.

La mappa dei territori – aggiunge Coldiretti Puglia – vede la provincia di Foggia al top del classifica con 86 milioni di quintali di prodotto assicurato e 22 milioni di euro risarciti agli agricoltori, Lecce con 10 milioni di quintali assicurati e 5,2 milioni di euro di risarcimento, Brindisi 8,5 milioni di quintali e 6,6 milioni di euro di risarcimento, Taranto 6,7 milioni di quintali assicurati e  7,8 milioni di euro di risarcimento, la provincia della BAT 6,6 milioni di quintali e 2 mln di risarcimento e Bari con 1,7 milioni di quintali di prodotti agricoli assicurati e  1.2 milioni di euro di risarcimento.

A decorrere dal 2023, il sistema di gestione del rischio in agricoltura si potrà dunque avvalere di una copertura mutualistica di base, il Fondo Mutualistico Nazionale Agri-CAT obbligatorio per tutte le aziende agricole percettrici di pagamenti diretti, contro i danni alle produzioni causati da eventi avversi di natura catastrofale.

Uno strumento, progettato nell’ambito del Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-27, finalizzato – afferma Coldiretti Puglia – a rafforzare il sistema di gestione dei rischi in agricoltura, denominato “SGR+”,  con l’obiettivo di potenziare gli strumenti di risk management, in particolare per i rischi catastrofali, al fine di aumentare il grado di resilienza delle aziende agricole, rendere più efficiente ed efficace l’intervento pubblico, prevedendo azioni volte a ridurre il rischio di distorsioni connesso ai fenomeni di concentrazione territoriale e settoriale, di selezione avversa e di moral hazard, ampliare la platea di agricoltori aderenti a strumenti di risk management anche al fine di mitigare l’esposizione e la vulnerabilità delle aziende agricole agli effetti dei cambiamenti climatici, aumentare la cultura della gestione del rischio nelle imprese agricole, con particolare riferimento a quelle professionali.

Occorre poi ridurre il consumo di terreno fertile con la immediata approvazione della legge sulla salvaguardia della destinazione agricola dei suoli, sostenuta dalla Coldiretti, con l’obiettivo del “saldo zero” di consumo del suolo naturale entro il 2050. Per razionalizzare gli interventi – continua la Coldiretti – è necessario un piano sperimentale per la valorizzazione dei beni pubblici prodotti in aree montane e marginali compresa la possibilità di riconoscere i crediti di carbonio ai produttori di tali aree.

Ancora, è indispensabile la piena attuazione della legge di orientamento che consente alle pubbliche amministrazioni di stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali “alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale. Parimenti, serve rilanciare, tramite sostegno all’acquisto de capi e delle strutture di ricovero necessarie, la zootecnia di montagna e delle aree interne, che permette a tali superfici di essere pascolate e mantenute.

Diventa qui strategica – continua la Coldiretti – la semplificazione burocratica e degli impegni amministrativi per le imprese che operano nella aree montane e interne.

Infine, occorre intervenire sulla manutenzione del verde urbano per garantire la sicurezza anche nelle città – conclude Coldiretti – coinvolgendo direttamente le imprese agricole nelle iniziative di riqualificazione ambientale.


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