I cibi e le bevande stranieri sono sei volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell’1,3% e ad appena lo 0,9% dell’Italia.
Prima di proseguire con l’articolo ti ricordo di iscriverti al mio canale YouTube per scoprire tanti video interessanti.
E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in riferimento all’approvazione il 10 novembre scorso dal Parlamento europeo della nuova legge che intende garantire che le sovvenzioni concesse da Paesi terzi alle imprese non comportino distorsioni al mercato dell’Unione europeo.
Le prossime tappe saranno l’adozione ufficiale il 28 novembre da parte del Consiglio Ue e la pubblicazione del regolamento in Gazzetta ufficiale e dopo 20 giorni sarà in vigore. Il primato dell’agricoltura del territorio – sottolinea la Coldiretti regionale – è una ragione in più per sostenere il lavoro e l’economia del territorio scegliendo prodotti Made in Italy in un momento difficile per il mercato interno dove il carrello della spesa sta costando ai cittadini il 4,4% in più rispetto allo scorso anno ma si alleggerisce in termini di volume con riduzioni che coinvolgono tutte le categorie con percentuali che vanno da -1% del latte fresco al -9% per l’ortofrutta fino -31% del pesce fresco, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea relativi ai primi nove mesi del 2022.
Di fronte allo scenario di insicurezza occorre avanzare nel percorso per la trasparenza sull’obbligo di indicare la provenienza degli alimenti in etichetta che grazie alle battaglie della Coldiretti ha raggiunto ormai i 4/5 della spesa (dalla carne al latte, dall’ortofrutta fresca alle conserve di pomodoro, dai formaggi ai salumi) anche se non è ancora possibile conoscere l’origine per prodotti come la frutta trasformata in succhi e marmellate, verdure e legumi in scatola o zucchero.
In una nota pubblicata dall’Europarlamento si sottolinea che l’Unione europea che partecipa all’Organizzazione mondiale del commercio è comunque impegnata a mettere a punto regole per contrastare l’introduzione di prodotti a prezzi eccessivamente bassi che finiscono per danneggiare i produttori europei, una situazione che si verifica – spiega la nota – quanto lo Stato interferisce pesantemente nel processo produttivo oppure perché l’azienda non rispetta gli standard internazionali ambientali e di lavoro.
L’obiettivo delle nuove norme approvate dal Parlamento Ue è dunque di contrastare quelle sovvenzioni estere che rendono difficile alle imprese europee sostenere la concorrenza. Il Parlamento europeo ricorda che scontri commerciali si sono verificati in più occasione, e tra quelli che hanno interessato prodotti agricoli evidenzia per esempio il lungo contenzioso che dopo 20 anni si è concluso nel 2012 tra Ue e Stati Uniti e Canada per la carne agli ormoni.
Ma anche per i dazi sulle banane che favoriscono le esportazioni verso la Ue di frutta proveniente da alcuni paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. La nuova normativa, punta dunque a garantire un’equa concorrenza attraverso la creazione di pari opportunità tra le società che operano sul mercato europeo.
Si tratta di una linea fortemente sostenuta dalla Coldiretti che ritiene fondamentale, per tutelare le produzioni agroalimentari europee e italiane in particolare, operare in una condizione di reciprocità con regole dunque uguali per tutti. In termini di standard produttivi e lavorativi.
E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute – conclude Coldiretti Puglia, sottolinea che serve reciprocità come evidenziato in un recente pronunciamento della Corte dei Conti in cui si evidenzia il mancato rispetto nei cibi di provenienza extraUe degli stessi standard di sicurezza Ue sui residui di pesticidi.