Finanziati con quasi 82 milioni di euro 8 progetti, presentati dei consorzi di bonifica della Puglia, di cui 6 dal Consorzio della Capitanata, risorse vitali per innovare le reti, ammodernare e rendere più efficiente l’infrastrutturazione, nell’anno più caldo e siccitoso di sempre. A darne notizia è Coldiretti Puglia.
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Gli interventi presentati dal consorzio di Bonifica della Capitanata riguardano l’ammodernamento e l’efficientamento del comprensorio irriguo Sinistra – Ofanto, l’adeguamento migliorativo delle vasche di compenso e dei sistemi irrigui del comprensorio irriguo Nord Fortore e delle tratte di 5 distretti irrigui con arterie ad alta intensità di traffico, oltre alla minimizzazione delle perdite idriche del canale adduttore del tavoliere nell’impianto irriguo del sud Fortore, mentre il Consorzio del Gargano ha presentato un progetto con un ammontare di 2 milioni di euro, utile all’ammodernamento degli impianti irrigui consortili.
Il Consorzio commissariato Stornara e Tara di Taranto ha presentato, invece, un progetto per 2 ,2 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria per la messa in sicurezza delle torri di sconnessione della rete irrigua alimentata con le acque del fiume Sinni invasate a Monte Cotugno.
“Il Consorzio di Bonifica della Capitanata si conferma un esempio virtuoso e performante.
Siamo convinti siano interventi vitali e decisivi a beneficio dell’agricoltura della Puglia che per affermarsi in termini competitivi nella crescita dell’ambiente e delle produzioni di qualità che la contraddistinguono, non può più prescindere dalla garanzia di un territorio non soggetto ad allagamenti, frane, smottamenti e dissesti, nonché dalla disponibilità di acqua nel momento in cui le coltivazioni ne hanno bisogno, nella quantità e qualità necessaria e ad un costo adeguato, ciò al fine anche, ed a volte soprattutto, di garantire quel paesaggio unico che costituisce”, afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.
Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.
Sono occasioni fondamentali – denuncia Coldiretti Puglia – per finanziare gli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, opportunità da non perdere per ridisegnare la bonifica integrale in Puglia, dove sono drammatici gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica sul territorio.
Il completamento delle opere di sistemazione idraulica e di conservazione del suolo nel bacino del torrente Vallona a protezione dell’area irrigua di San Nicandro garganico – ricorda Coldiretti Puglia – con inizio lavori a luglio 1991 interrotti a giugno 1993 e sul torrente Scarafone, con inizio lavori ad ottobre 1990 interrotti nel luglio 1992 in provincia di Foggia, Il completamento e la sistemazione del bacino Capo D’acqua ed utilizzo irriguo acque alte e del Serbatoio Tempa Bianca sul torrente Saglioccia, con lavori ultimati ma non collaudati perché difformi dal progetto. La definitiva concretizzazione di rapporti e accordi con la Regione Molise per la realizzazione di una condotta di 10 chilometri per drenare acqua dall’invaso del Liscione sul Biferno fino all’invaso di Occhito sul Fortore.
Si sono consolidate nel tempo nuove ed inevitabili esigenze di manutenzioni ordinarie straordinarie delle opere pubbliche di bonifica che non possono e non debbono essere scaricate sugli utenti i quali hanno, loro malgrado, subito nell’ultimo decennio innumerevoli danni per mancata manutenzione.
Il piano della Coldiretti sulle risorse idriche punta alla transizione verde in modo da risparmiare il 30% di acqua per l’irrigazione, diminuire il rischio di alluvioni e frane, aumentare la sicurezza alimentare dell’Italia, garantire la disponibilità idrica in caso di incendi, migliorare il valore paesaggistico dei territori e garantire – conclude Coldiretti Puglia – adeguati stoccaggi per le produzioni idroelettriche green in linea con gli obiettivi di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030.