Con la guerra in Ucraina e i rincari energetici che hanno spinto l’aumento dei costi di produzione fino al +51% con un impatto traumatico sulle aziende agricole, è deflazione nei campi con i prezzi dell’uva da tavola anche al di sotto dei 50 centesimi al chilogrammo, mentre al consumo salgono fino a 4 euro.
Prima di proseguire con l’articolo ti ricordo di iscriverti al mio canale YouTube per scoprire tanti video interessanti.
E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia che chiede la convocazione urgente di un tavolo di crisi in Assessorato regionale all’Agricoltura per sostenere il comparto dell’uva da tavola.
“E’ urgente e vitale l’attivazione della ex misura 21, un intervento straordinario da cui il settore ortofrutticolo è stato escluso nel periodo Covid, per sostenere le aziende agricole in uno scenario preoccupante per il settore, con la siccità che ha arrecato un ulteriore danno, aggravato dalle grandinate e dagli eventi estremi”, afferma Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, sottolineando l’importanza in questo contesto “dell’apertura del Governo alla proposta di Coldiretti sulla defiscalizzazione del costo del lavoro”.
In campagna l’uva da tavola di Puglia nella migliore delle ipotesi è quotata 50 centesimi al chilo, con un mercato freddissimo e prezzi al ribasso anche rispetto a contratti già stipulati.
Occorre lavorare per interventi strutturali per l’ortofrutta e accordi di filiera tra imprese agricole e trasformatori con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni, insiste coldiretti Puglia.
Per ogni euro speso dai consumatori meno di 15 centesimi vanno a remunerare il prodotto agricolo – spiega Coldiretti Puglia – per effetto delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano lungo la filiera a causa degli evidenti squilibri di potere contrattuale.
“I nostri imprenditori hanno aumentato la qualità delle produzioni e al contempo – insiste Piccioni – è stato diminuito l’impatto ambientale e la percentuale di residui. Tale sforzo viene vanificato dalle importazioni di uva da tavola che in Italia ammontano a circa 20 milioni di chilogrammi, mentre vanno aperti nuovi mercati esteri per creare sbocchi commerciali per l’ortofrutta della Puglia”