“Ridurre l’uso dei fitofarmaci in agricoltura è un obiettivo giusto se calibrato in modo progressivo e perseguito ‘dal basso’, a seconda della specificità dei terreni in cui applicarlo gradualmente e, soprattutto, se conseguito senza penalizzare le produzioni per qualità e quantità e i produttori chiamati a metterlo in pratica.
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Ecco perché la proposta di regolamento per l’uso dei fitofarmaci promossa dalla Commissione Europea, che per l’Italia prevede una riduzione ‘di botto’ del 60%, non solo è inaccettabile e irricevibile, ma fortemente dannosa e totalmente avulsa dal contesto specifico italiano, dove i terreni agricoli hanno caratteristiche profondamente diverse da regione a regione e da provincia a provincia”.
E’ Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a intervenire su una questione che, di qui ai prossimi mesi, potrebbe portare a uno stravolgimento totale dell’agricoltura italiana e di quella pugliese.
“Per il nostro settore ortofrutticolo”, aggiunge Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “sarebbe una mazzata mortale. Da molti anni continuiamo a investire nello sviluppo e nell’applicazione di soluzioni sostenibili per la protezione delle colture. I nostri agricoltori si attengono a regole e protocolli di produzione integrata e biologica tra i più stringenti al mondo”.
CIA Agricoltori Italiani, inoltre, è molto preoccupata per i cosiddetti “indici di intensità” proposti dalla Commissione, che darebbero all’Italia un target di riduzione dell’uso dei fitofarmaci del 62%. Una ‘assegnazione’ dall’alto che non considera le grandi differenze tra regioni, territori e tipologie di colture.
Ci sono impatti sulla produttività e sulla competitività del settore ortofrutticolo, con effetti potenzialmente devastanti sui livelli di redditività.
“Non è stata minimamente considerata la sostenibilità economica di proposte elaborate senza coordinamento tra gli attori istituzionali, senza ascoltare gli agricoltori. Prima che l’esistenza stessa delle nostre aziende agricole sia messa a rischio, e che i consumatori siano costretti ad acquistare prodotti di Paesi terzi con legislazioni meno restrittive, gli obiettivi della strategia Farm to Fork e la riduzione dei fitofarmaci proposti dovranno essere urgentemente revisionati”, ha concluso Gennaro Sicolo.