La quotazione del grano sta creando non pochi problemi e tante polemiche in seno al settore. La mancata quotazione del grano alla Borsa merci di Foggia, una delle principali piazze di scambio ha sollevato il vespaio.
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L’osservatorio prezzi della Camera di Commercio non ha rilevato le quotazioni di cereali, foraggi, sfarinati, cruscami e pasta, effettuate sulla base delle ultime negoziazioni.
La parte agricola – Coldiretti, Cia e Confagricoltura – non si è presentata per “evitare ulteriori disallineamenti” rispetto al valore del grano, considerate le spese “estremamente elevate” sostenute dagli agricoltori durante la stagione cerealicola.
Il listino della precedente seduta del 6 luglio aveva evidenziato un andamento del mercato in diminuzione, con una variazione al ribasso che oscillava tra i 18 e i 23 euro in meno. Influenzerebbero le quotazioni, le previsioni sull’aumento della produzione canadese e l’andamento dell’indice dei future Usa in calo. Serve un piano di vendita frazionata, perché in questo momento l’arrivo del prezzo a 58 euro ha spinto gli agricoltori a vendere tantissimo prodotto.
Le organizzazioni agricole prendono tempo per capire cosa sta accadendo. Lo stesso suggerimento vale per i produttori e non quotare il grano è anche un segnale: “Agli agricoltori”, afferma Marino Pilati direttore provinciale Coldiretti Foggia, “bisogna dire di non vendere in questo momento. La priorità è tutelare la redditività degli agricoltori italiani, perché producono un grano migliore rispetto ai mercati esteri”.